PAOLO POLLI SPRIGIONA UN INCANTO DI FORME, LUCI E COLORI IN VILLA CABELLA LATTUADA: IL MAESTRO CELEBRA IL SUO CENTESIMO ATTO
- Dott.ssa Irma Zerboni -
Esistono emozioni che come per incanto riescono ad assumere forme sublimi, uniche, magiche, capaci di materializzarsi in una dimensione nuova, pura, inebriante. Solo l’Artista può attingere a questo universo impalpabile ed etereo, rendendosi tramite di una sensibilità altra, profonda, autentica. Approdare alla centesima Mostra personale del maestro Paolo Polli significa immergesi totalmente in un’esperienza che trascende la realtà concreta del visibile, per penetrare in quell’orizzonte sconfinato, raggiungibile soltanto attraverso la continua ricerca, la conoscenza delle tradizioni e la sapienza tecnica. Ogni opera dell’artista, esposta in Villa Cabella Lattuada ad Annone Brianza, si fa nel contempo testimone e portatrice di una poetica che non può essere improvvisata, poichè scaturisce solo grazie dall’abile mano di chi ha saputo fondere, in un perfetto connubio, una rara sensibilità con un’evoluzione incessante, maturata nel corso degli anni. L’infinita ricerca della forma, unita ad un’attenzione estetica sempre più viva e pulsante hanno intimamente mosso Paolo Polli fin dai suoi esordi, a partire dagli anni Settanta, formando in lui quella consapevolezza che lo rende un artista a tuttotondo. Egli fonda il suo percorso sui grandi pilastri della storia dell’arte: l’iperrealista Angelo Inganni costituì il suo punto di partenza, riferendosi poi ai maestri indiscussi della tradizione come Cennino Cennini, Francesco Hayez, Antonio Canova, e i determinanti movimenti dell’Impressionismo, del Divisionismo e della Metafisica.
L’attività del Maestro si è concretizzata attraverso un’illimitata sperimentazione delle esperienze artistiche, rivelatasi essenziale per la formazione di quell’affinata coscienza estetica che rende attiva, vitale e dialogante ogni sua creazione. La connotazione poliedrica di Paolo Polli costituisce il suo segno distintivo, determinandone un notevole valore qualitativo: la sua insaziabile volontà di esplorazione dei differenti linguaggi artistici lo conduce all’espressione sia pittorica che scultorea, enfatizzando le differenti peculiarità comunicative rispetto alla scelta delle tecniche utilizzate. Aver raggiunto l’emozione della centesima rassegna espositiva non indica un punto d’arrivo nel suo percorso artistico, ma una tappa fondamentale destinata a trasformarsi in un’ulteriore base di partenza per gli sviluppi futuri. Si tratta di un continuo work-in-progress messo in atto a partire dal 1974, anno in cui Paolo Polli realizzò la sua prima Mostra personale nello spazio oratoriale di Annone.
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La maestosa scultura - istallazione "Monumento alla Mente Umana"
strategicamente allestita dinnanzi alla suggestiva
Villa Cabella Lattuada (Annone di Brianza)
in occasione della 100° personale del Maestro.
Solo una compiuta maturazione permette all’artista di esprimersi con tale padronanza degli strumenti pittorici: solo avendo acquisito un totale possesso delle regole queste possono essere abbandonate, poiché costituirebbero ormai soltanto un vincolo per la sua libera espressione spontanea, autentica. “La luce” (cm 75 x90, 2003), “Regata velica” (cm 60x100, 2003), “Comballo” (cm 60x80, 2003), “Intimità nella luce” (cm 70x100, 2003), “Paesaggio d’Oriente” (cm 50x70, 2003), “Oltre il nudo” (cm 55x90, 2002), “Eros” (cm 50x100, 2003) sono alcune delle sue opere nelle quali, la scelta del gran formato unita all’utilizzo dell’olio steso a spatola su tavola, permettono alla materia pittorica di darsi come emozionalità incarnata.
L’incessante ricerca dell’armonia estetica ha condotto Paolo Polli ad una sensibile attenzione nella scelta degli ambienti espositivi: le antiche e prestigiose dimore signorili si sono rivelate particolarmente idonee, specie in questa fase del suo percorso, a soddisfare la volontà di coniugare la suggestione dello spazio reale, con la carica espressiva interna allo spazio dell’opera d’arte. Il Maestro è riuscito a sprigionare al massimo l’energia della rappresentazione in contesti intrisi di suggestioni estetiche, tra i quali Villa Carlotta a Tremezzo e Villa Serbelloni a Bellagio.
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Un'altra suggestiva visione notturna della scultura - istallazione illuminata "Monumento alla Mente Umana"
durante la 100° personale del Maestro.
Gli ideali che spinsero l’artista nella concretizzazione espositiva furono gli stessi che, ancora oggi come trent’anni fa, determinano l’intenzionalità di scegliere come luogo della mostra il suo paese natale: la volontà di confrontarsi con la cultura locale, di misurarsi attraverso il suo linguaggio artistico che si rende portatore di nuovi valori. È proprio grazie a questa potente carica di energia innovativa che, l’esperienza di Paolo Polli, riesce ad affondare solide radici all’interno della realtà culturale brianzola, fondando una sensibilità che troverà graduale estensione, fino al raggiungimento degli apici della dimensione artistica contemporanea. Egli ha trovato quella dimensione poetico-espressiva capace di determinarne l’aspetto emblematico nella realtà di Annone, divenendo poi un essenziale modello di riferimento per i suoi successori. Variegate, emozionanti e in continua evoluzione sono state le molteplici esperienze artistiche che hanno dato vita alle dinamiche espositive del Maestro durante questi anni di attività intensa, energica e profonda. Di notevole rilevanza fu la Personale alla galleria Moufflè di Parigi nel 1976, dove Paolo Polli si confrontò nell’ambito dell’entourage francese. Fondamentale fu anche l’esposizione a Lione nel “Neutrino”, trasformato in galleria d’arte nel 1993, in occasione della quale l’Amministrazione Comunale, entusiasta della carica espressiva dell’artista, acquistò una suo dipinto di notevole impatto visivo.
La maestosità della dimensione spaziale trovò diretta manifestazione in una forma che unisce la solennità della tradizione con l’energico impulso moderno: si tratta del dipinto murale che il Maestro realizzò nel prestigioso salone del ristorante “Orsa Maggiore” di Lecco. Era appena il 1986, ed egli seppe dare empirica dimostrazione delle sue capacità nel confrontarsi con un progetto che richiama l’importanza delle “grandi commissioni storiche”, dispiegando le sue abilità pittoriche sulle pareti dell’intera sala. Il risultato investe totalmente lo spettatore, trascendendolo nella sublime spazialità onirica di 45m di perimetro e 2,5m di altezza. La scelta della tecnica aerografa rivela la profonda consapevolezza nella volontà di perseguire un risultato proiettato verso l’innovazione formale, traducendo il tema paesaggistico secondo nuove dinamiche interiorizzanti.
Negli anni Ottanta Paolo Polli si rivelò già notevolmente affermato, emergendo all’interno del panorama artistico grazie al suo livello qualitativo, che lo condusse ad ottenere numerosi riconoscimenti, fra i quali la medaglia d’oro del Comune di Tuenno. In questo periodo egli si dedicò anche alla tecnica della stampa, ottenendo significative produzioni di litografie ed acqueforti.
Il Maestro ha continuamente lasciato fondamentali segni del suo operato nell’Annone a lui cara, imprimendo in essa l’indelebile impronta di una nuova consapevolezza artistica: l’opera scultorea dedicata all’AVIS al cimitero di Annone, la Scultura alla Scuola Materna e il dipinto di carattere metafisico, raffigurante La Pace (m 1x1,50) alla Scuola Media Statale Marco d’Oggiono sono soltanto alcuni degli innumerevoli esempi degni di citazione.
La costante passione verso il tema religioso per i suoi valori legati all’antica tradizione storica e all’elevazione spirituale, condussero Paolo Polli a realizzare nel 1992 un’opera unica nella sua pregiata fattura: un tabernacolo in radica di noce con fregi in ottone bagnato oro, destinato ad una chiesa missionaria del Madagascar, su commissione dalle Piccole Serve del Sacro Cuore, un ordine religioso con sede a Torino.
La famigliarità dell’artista con la materia del bronzo gli permise di esprimere la sua ammirazione verso l’eroe dell’offshore Stefano Casiraghi, perito durante una gara di motonautica. Paolo Polli realizzò in sua commemorazione una scultura bronzea che nel 1991 fu calata in fondo al mare, nella Grotta Azzurra dell’Argentario, rendendo eterna la memoria di un campione attraverso la fusione di una materia perpetua avvolta dalla mutevolezza della dimensione acquatica.
Tra le più recenti esposizioni del Maestro è da sottolineare quella svoltasi nel settembre 2004 a Mandello del Lario presso la sala del consiglio comunale: in questa occasione nella quale ho conosciuto Paolo Polli, all’interno di uno spazio altamente suggestivo, trasudante di un’emozionalità irradiata da ogni opera. Impossibile non restare nel contempo travolti ed estasiati dal quel turbinio materico e cromatico perfettamente armonizzato con visioni nostalgiche dai toni terrosi di scorci lariani; impossibile non abbandonarsi in mistica contemplazione, immergendosi totalmente nell’ineffabile piacere dell’arte pura. Ricordo quanto fossero increduli i miei sensi di poter assaporare la poesia di una così rara esperienza estetizzante, dal sapore deliziosamente unico all’interno di Mandello Lario, il mio paese. È stata una sorprendente rivelazione l’elevata capacità espressiva di Paolo Polli, attraverso due linguaggi complementari e opposti della pittura: quello figurativo-paesaggistico che si esprime con gli acrilici da lui denominati “I capricci sulla Brianza”, e quello pittorico-gestuale, in cui le grandi opere ad olio divengono luoghi di un accanimento interiore. Entrambi gli stili rivelano con estrema efficacia la completezza organica raggiunta dal Maestro: non esiste libera espressività se non come spontanea evoluzione di un’acquisizione classica, e non si concepisce una figurazione pittorica se non attraverso l’universo emozionale dell’artista. E’ proprio in questo che emerge l’aspetto di modernità di Polli, nello svelarci attraverso un paesaggio estremamente variegato, aperto, molteplice, la verità della pittura: verità che non deve essere ricercata con lo sguardo freddo, analitico e razionale di chi si rende prigioniero di una visione pragmatica, ma che può affiorare soltanto lasciandosi travolgere dall’inebriante dimensione estatica dell’arte. Ognuno di noi può accedere a questo universo sublime seguendo la via più affine alla propria sensibilità: le vedute del Lario e della Brianza, con le loro tonalità della terra, nostra madre generatrice, si caricano di un’emotività unica, inscindibilmente connessa alle dinamiche interiorizzanti dell’artista. Il paesaggio dipinto giunge pertanto a trascendere la semplice connessione con il reale, assumendo la connotazione di un luogo interiore che porta in sé l’impronta distintiva di colui che lo ha creato. In queste opere ha prevalenza l’aspetto meditativo, che implica precisione e lentezza esecutiva, mentre in quelle di carattere più gestuale predomina l’azione pittorica liberatoria, traducendosi in gesto dinamico, veloce ma sapiente.
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La sublime dimensione architettonica e paesaggistica propria della villa pone lo spettatore in un contesto altro, favorendo la perfetta fusione tra visibile e invisibile pittorico, in una continua oscillazione tra i diversi piani di realtà.
Non è pertanto casuale la scelta di Villa Cabella Lattuada per celebrare degnamente l’evento della centesima Personale: i prestigiosi quattro saloni a pianterreno si dispiegano come autorevole luogo d’esposizione artistica, che unisce il valore estetico con il profondo sentimento locale che lega l’artista ad Annone, riconducendolo agli albori della sua meritata carriera.
La fondamentale carica innovativa che ha profondamente segnato l’esperienza del Maestro riguarda l’espressione scultorea: il processo evolutivo, che ha visto la trasformazione da volumi plastici di concezione classica alla sintesi delle moderne forme, era già presente in fase embrionale nel 1974, in un progetto scultoreo eseguito in occasione della costruzione del Comune di Annone. La centesima Personale dell’artista ospita le sue ultime creazioni, portatrici di una nuova potente energia creatrice che sembrano irradiare in ogni sala. Ciò che le contraddistingue nella loro unicità è il perfetto connubio tra l’eleganza nella linearità della forma e la semplicità della materia utilizzata. Paolo Polli infatti, attraverso la fusione di materiali poveri come il ferro, l’ottone, l’acciaio ed il corten, riesce ad ottenere sculture di rara eleganza e di una leggerezza tali da tradire la reale composizione materica. L’abilità del Maestro si evince dalla sua incessante ricerca della forma per eccellenza, di una dimensione assoluta, totale, che riesce a condensare in una forma unica ed essenziale tutte le possibili forme.
Decisiva qualità propria di Paolo Polli è la sua particolare abilità nello svelare l’aspetto duplice e complementare di ogni linguaggio artistico, rendendo visibile il suo lato invisibile. Egli infatti riesce a cogliere la connotazione scultorea della pittura e la caratterizzazione pittorica della scultura. Nelle sue opere spatolate ad olio emerge il carattere materico proprio della pittura, evadendo da una sua concezione puramente bidimensionale, ponendo in luce il suo oggettivarsi come corpo tridimensionale che si fa libera espressione emotiva. Le sculture invece sono intimamente legate alla linea ed al disegno, in quanto nascono da una sorta di bidimensionalità che si tridimensionalizza. Paolo Polli inoltre introduce l’aspetto cromatico in scultura, avvalendosi semplicemente della capacità propria dei materiali di assumere particolari colorazioni: l’ottone lucidato a specchio ed il ferro arrugginito donano una policromia di contrasti raffinati e di notevole impatto estetico. “La Fortuna”, una delle otto leggiadre esperienze scultoree esposte, mostra la suprema carica energetica ottenuta attraverso la perfetta armonia di due materiali dal cromatismo opposto: una superficie in corten si armonizza con un’altra in acciaio lucidato a specchio, grazie al sapiente gioco di equilibri unito alle diverse proprietà di riflessione ed assorbimento della luce proprie dei materiali.
La costante predominanza di linee curve ammorbidisce ed accompagna l’andamento dei piani scultorei, ponendoli in una situazione dinamica e dialogante con lo spazio circostante. Paolo Polli, pur realizzando delle opere d’imponenti dimensioni (i modelli esposti misurano 1m di altezza), riesce a smaterializzare la pesantezza dei materiali, uscendo vittorioso nella sua sfida verso l’ispirazione alla leggerezza.
Il segreto della sua efficacia espressiva trova risposta nella capacità del Maestro nel considerare la forma scultorea all’interno di una visione di reciprocità rispetto allo spazio nel quale è immersa. In questo senso la scultura non è percepita come una struttura chiusa, isolata, inglobata in sé stessa, ma è la risultante di un interscambio attivo e dinamico con il vuoto dell’ambiente nel quale agisce. I piani e le linee che generano l’opera vengono pertanto a costituirsi secondo le forze energetiche sprigionate dalla perfetta fusione tra pieni e vuoti, tra spazio e materia, tra ambiente e scultura. Ad avvalorare questa percezione totale contribuiscono alcune basi circolari rotanti, sulle quali sono poste alcune creazioni, accentuando l’apertura verso una visione dinamica a 360 gradi della dimensione scultorea.
L’aspetto onirico, il collegamento tra spazio, interiorità e memoria sono altri valori fondanti che permettono alle forme scultoree di emergere all’interno di una sorta di magma esistenziale: gli elementi lucidati possono rivelare il rapporto di duplice rispecchiamento tra la realtà esteriore e la dimensione del sogno, dell’inconscio, del simbolo,… Ancora una volta ci troviamo ad oscillare al confine tra reale e irreale, tra spazio dell’arte e spazio di vita: le eleganti figure di una “Coppia danzante” sembrano pervaderci in un’avvolgente percezione armonica, mentre una figura giunonica, fresca di pura essenza ci assorbe di fremente energia creatrice.
Il “Monumento alla mente umana” è un complesso scultoreo che fonde la leggera eleganza dello sviluppo formale con una notevole profondità semantica: le sette sculture svettano caricandosi dell’energica capacità creativa e produttiva della mente umana. Il complesso scultoreo diviene metafora del lavoratore brianzolo il quale, nel corso dei secoli, ha dimostrato notevoli abilità, sviluppando la nobile pratica della fusione del ferro che ha condotto alla costruzione delle fonderie, fondamentali fonti di sussistenza. La scelta di questo materiale per la realizzazione del “Monumento alla mente umana” è in decisiva corrispondenza con l’aspetto contenutistico di cui esso si avvale. Al centro del basamento circolare, evocazione della terra, madre generatrice dell’umanità e della materia, vi è l’uomo, la cui forma armoniosa ricorda quella di un violino: la mente umana genera forme, idee, innovazioni, unendo la creatività artistica alle abilità manuali. L’essere umano riesce così a dominare l’austerità della terra con ingegno e fatica, così l’artista plasma una materia dura e pesante come il ferro, trasformandola in leggiadre figure. Accanto all’uomo emerge la fondamentale presenza della donna, la cui sagoma tondeggiante suggerisce l’idea di gravidanza, di germinazione e generazione della nuova vita. Altre cinque forme si dispongono a rotazione: una di esse suggerisce l’elegante imponenza di un grifone rampante, altre svettano fluide e slanciate con le loro guglie, altre due, simili e di dimensioni inferiori, ricordano strutture di lucide carrozzerie motociclistiche. Paolo Polli è giunto ad un risultato di sublime efficacia espressiva: la sintesi formale, nella sua lucida linearità, permette di svelare la pura essenza del reale, conducendo lo spettatore alla scoperta della relazione di reciprocità tra significante e significato. La forma circolare della base di appoggio accompagna l’osservatore in un percorso visivo dinamico dove egli potrà godere della reciproca interazione energetica tra le singole opere. Ogni forma non è quindi un elemento a sé stante, ma parte inscindibile di un insieme organico e coerente, dotato di forze che sembrano sprigionarsi dalla riverberante lucidità, dalle slanciate curve e dalle ariose cavità delle strutture metalliche.
Non poteva mancare un’opera che racchiude in una sintesi di rara eleganza la solennità del tema religioso con l’espressione totale della storia: si tratta della “Madonna della vela”, emblema di ogni tradizione che pone la sacra protezione della Vergine Maria sulle tormentate acque marine e in particolare lacustri. È’ proprio dai suggestivi scenari degli specchi lacustri che l’artista ha colto la connessione tra l’imbarcazione e l’aspetto religioso, rivelazione della costante aspirazione spirituale interna alla sua ricerca artistica. La doppia forma della vela diviene sintesi assoluta della sua storia, incorporando in essa tutte le forme che ne hanno determinato il processo evolutivo, dall’antico comballo alle moderne regate veliche.
Lasciamo alla sensibilità dell’osservatore il piacere di cogliere l’essenza estatica di un linguaggio artistico che traccia indelebile la sua impronta, in continua evoluzione.
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